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May 17

GARANZIA GIOVANI: UN’OCCASIONE DA NON LASCIARSI SFUGGIRE

Siamo ormai a poco meno di un mese dall’avvio della Youth Guarantee, il programma europeo che intende favorire l’occupabilità e l’avvicinamento dei giovani al mercato del lavoro. Nel biennio 2014-15 saranno mobilitate risorse pari a circa un miliardo e mezzo di euro, con l’obiettivo di offrire opportunità di lavoro o di formazione ai giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni. A questi giovani, entro quattro mesi dall’inizio della disoccupazione o dalla conclusione del percorso di studi, a seguito della registrazione al programma Garanzia Giovani, dovranno essere offerti servizi di informazione, accoglienza ed orientamento, nonché misure, con l’obiettivo di sostenerne l’inserimento nei circuiti formativi e produttivi, attraverso percorsi personalizzati finalizzati all’inserimento lavorativo, a un’esperienza di tirocinio, all’impegno nel servizio civile, alla formazione professionalizzante e all’avvio di una iniziativa imprenditoriale. Data la disastrosa situazione occupazionale che interessa i nostri giovani, si tratta di una opportunità che non possiamo lasciarci sfuggire.  La difficoltà di realizzazione di un Programma come quello che la Garanzia Giovani delinea, in Italia, sta tutto nella fragilità del sistema di governance delle politiche del lavoro, del dialogo sociale costante fra tutti gli attori del mercato del lavoro – attori istituzionali nazionali e locali, servizi per il lavoro, istituti di istruzione scolastica e universitaria, imprese, rappresentanze dei sindacati e datoriali. 

Ma sta anche nella debolezza del nostro sistema di servizi per il lavoro, che non può che assumere un ruolo di primaria importanza nell’ottica di una reale riuscita del Programma Garanzia Giovani. I nostri servizi per il lavoro navigano in un mare magnum di regole di funzionamento del mercato del lavoro estremamente variegate, sistemi di accreditamento delle agenzie private totalmente differenti tra Regioni, regolamentazioni nella remunerazione dei servizi diverse, carenza di un sistema unitario di individuazione dei fabbisogni formativi e occupazionali. 

La riuscita della Youth Guarantee presuppone, senza ombra di dubbio, la definizione di un adeguato quadro di governance, che chiarisca ruoli e responsabilità, affinché i giovani possano davvero beneficiare di ciò che la legge già prescrive da tempo, in termini di livelli essenziali di servizi di politica attiva e di diritti di cittadinanza. La Garanzia ci offre una opportunità per sperimentare nuovi modelli di organizzazione dei servizi per l’impiego, che sappiano valorizzare la condizionalità, la cooperazione e la sussidiarietà, e per modernizzare il nostro mercato del lavoro, adeguandolo agli standard europei, ancora molto lontani. Secondo quanto previsto, il Programma italiano avrà articolazione ed implementazione regionali, eppure regole omogenee a livello nazionale, condivise tra Ministero e Regioni, per la sua attuazione, risultano imprescindibili. Nel rispetto dell’autonomia delle Regioni in materia, risulta necessario garantire, magari anche attraverso un sistema di monitoraggio nazionale, il rispetto di determinati standard e regole nazionali, per l’erogazione dei servizi al lavoro, ma anche per il coinvolgimento degli operatori privati. Ciò con l’obiettivo di assicurare rispetto dei tempi e degli impegni assunti nei confronti della Commissione Europea, ma soprattutto di garantire il pieno utilizzo delle risorse, nonché la corretta destinazione dei fondi in linea con quanto previsto dalle indicazioni europee. La Garanzia Giovani non si pone quale prioritario obiettivo il supporto incentivato alla creazione di nuovi posti di lavoro, ma rappresenta una misura di politica attiva che intende contribuire ad innalzare l’occupabilità dei giovani, attraverso il potenziamento e l’efficientamento dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro. La Youth Guarantee rappresenta una opportunità per provare a dare al nostro mercato del lavoro, articolato in differenti mercati regionali, una uniformità necessaria, urgente. Se, come è stato più volte sostenuto, la Garanzia Giovani dovrà disegnare ‘un nuovo modello di politiche del lavoro basato su un piano nazionale con declinazione territoriale concertato con le Regioni’, utilizzabile anche per altre fasce di età e per altre tipologie di destinatari – a partire dai lavoratori beneficiari di sostegni al reddito collegati allo stato di disoccupazione – questa è una occasione troppo importante per non essere sfruttata come volano, come catalizzatore di un insieme di azioni che contribuiscano a rendere disponibile un sistema di servizi per il lavoro e di politiche attive moderno, efficiente ed efficace.

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